lunedì 12 aprile 2010

"Strade interrotte" poesie di Bruno Brunini



Strade interrotte è la prima raccolta di poesie diBruno Brunini pubblicata dall'Editoriale Mongolfiera nel 1990


Roberto Roversi ha scritto nella Postfazione al libro
:

In questi testi che conosco bene, avendone seguito il viaggio della scrittura è in atto un passaggio lento ma progressivo, fortemente voluto e patito dall'autore, dall'esterno del mondo reale, delle cose, verso la caverna dei sentimenti, rivoltati o stravolti ma soprattutto spaventati come un'onda di pipistrelli senza pace.
L'occhio e il cuore inseguono incessantemente i movimenti, le vicende, il frantumarsi del mondo così come lo hanno vissuto e lo vivono, quasi scontrandosi con uno specchio perché incalzati dal gesto di un diavolo scatenato; dato che occhio e cuore partecipano di un modo di guardare il mondo che contende ogni frammento di realtà, ogni rapida movenza - dentro al giuoco di ombre e di fuoco che è la nostra vita oggi - alla sopraffazione e alla morte.
Questo passaggio non è però categorico e neppure subito evidente (anche se vorrei sottolineare e ricordare un verso di pagina tre, all'inizio: "il tempo che distrugge è il tempo che conserva"); non è avviato a cuore aperto, cioè con un percorso in evidenza, quasi fosse una ferita che ancora consuma sangue; ma piuttosto con un infaticabile scavare da talpa, ferendosi le mani nello stesso tempo radunando le parole come pietre; le pietre delle parole per la costruzione progressiva di un fortino delle comunicazione; per delimitare il fortilizio della propria comunicazione.
Questo impegno è una fatica reale e si traduce in un lavoro mai quieto; costante, invece, nello sforzo di revisione dei propri segni, di controllo dei propri movimenti; per riuscire ad arrivare a una verifica sempre più approfondita del proprio "metodo" di ricerca, di osservazione del reale e di scrittura; che, se altrimenti eluso, potrebbe portare ad esorbitare nell'accumulo del materiale di riferimento; ad ammassare le pietre (delle parole) senza più il tempo, o il fiato, per selezionare.
Infatti è tipica nel nostro tempo, per la scrittura poetica così come è esercitata nei paraggi, qua da noi, la tendenza a transitare dalle gravi inquietudini del mondo (che vengono registrate, catalogate come un sottofondo scenografico per irrobustire una rappresentazione della comunicazione) alle maglie dei sentimenti; disposti come rampicanti sui muri, quindi senza scontrarsi con le difficoltà intermedie e anzi rimuovendole o accantonandole come ormai non più pertinenti a un discorso poetico aggiornato.
Nei testi proposti da Brunini, al contrario, ogni gesto sembra rimettere in giuoco tutto; la propria scrittura, il rapporto reale con la propria vita.
non è una scelta da poco.

Roberto Roversi

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