lunedì 12 aprile 2010

"La voce chiara delle onde" di Bruno Brunini, regia di Renzo Morselli

Nel 1999 Bruno Brunini ha scritto il testo di: "La voce chiara delle onde", regia di Renzo Morselli, per il Gruppo Libero Teatro, di Bologna

"Strade interrotte" poesie di Bruno Brunini



Strade interrotte è la prima raccolta di poesie diBruno Brunini pubblicata dall'Editoriale Mongolfiera nel 1990


Roberto Roversi ha scritto nella Postfazione al libro
:

In questi testi che conosco bene, avendone seguito il viaggio della scrittura è in atto un passaggio lento ma progressivo, fortemente voluto e patito dall'autore, dall'esterno del mondo reale, delle cose, verso la caverna dei sentimenti, rivoltati o stravolti ma soprattutto spaventati come un'onda di pipistrelli senza pace.
L'occhio e il cuore inseguono incessantemente i movimenti, le vicende, il frantumarsi del mondo così come lo hanno vissuto e lo vivono, quasi scontrandosi con uno specchio perché incalzati dal gesto di un diavolo scatenato; dato che occhio e cuore partecipano di un modo di guardare il mondo che contende ogni frammento di realtà, ogni rapida movenza - dentro al giuoco di ombre e di fuoco che è la nostra vita oggi - alla sopraffazione e alla morte.
Questo passaggio non è però categorico e neppure subito evidente (anche se vorrei sottolineare e ricordare un verso di pagina tre, all'inizio: "il tempo che distrugge è il tempo che conserva"); non è avviato a cuore aperto, cioè con un percorso in evidenza, quasi fosse una ferita che ancora consuma sangue; ma piuttosto con un infaticabile scavare da talpa, ferendosi le mani nello stesso tempo radunando le parole come pietre; le pietre delle parole per la costruzione progressiva di un fortino delle comunicazione; per delimitare il fortilizio della propria comunicazione.
Questo impegno è una fatica reale e si traduce in un lavoro mai quieto; costante, invece, nello sforzo di revisione dei propri segni, di controllo dei propri movimenti; per riuscire ad arrivare a una verifica sempre più approfondita del proprio "metodo" di ricerca, di osservazione del reale e di scrittura; che, se altrimenti eluso, potrebbe portare ad esorbitare nell'accumulo del materiale di riferimento; ad ammassare le pietre (delle parole) senza più il tempo, o il fiato, per selezionare.
Infatti è tipica nel nostro tempo, per la scrittura poetica così come è esercitata nei paraggi, qua da noi, la tendenza a transitare dalle gravi inquietudini del mondo (che vengono registrate, catalogate come un sottofondo scenografico per irrobustire una rappresentazione della comunicazione) alle maglie dei sentimenti; disposti come rampicanti sui muri, quindi senza scontrarsi con le difficoltà intermedie e anzi rimuovendole o accantonandole come ormai non più pertinenti a un discorso poetico aggiornato.
Nei testi proposti da Brunini, al contrario, ogni gesto sembra rimettere in giuoco tutto; la propria scrittura, il rapporto reale con la propria vita.
non è una scelta da poco.

Roberto Roversi

La rivista di narrazioni "Temporali"


Dal 1990 Bruno Brunini è stato redattore e direttore della rivista di Narrazioni "Temporali", con sede a Bologna che nel periodo 1990-1993 ha pubblicato narratori italiani e stranieri.

Bruno Brunini e gli autori della cooperativa culturale "Dispacci"


A proposito della sua esperienza nella Cooperativa Dispacci Bruno Brunini ha scritto:


Sull'Antologia "Poesia a Bologna" (Gallo & Calzati Editore, 2004):

"Era un periodo di fervori, di attivismi, di utopistica creatività che si esprimeva nelle parole, nei colori, nei suoni. A Bologna dall'inzio degli anni ottanta operava la cooperativa culturale Dispacci, ideata da Roberto Roversi. Eravamo un gruppo di giovani autori costituitosi con lo scopo di diffondere la poesia degli autori esordienti, una poesia che viveva e proliferava in uno spazio sommerso (...) quella esperienza fu unica nella Bologna di quel periodo, riflesso di un clima che ovunque stava mutando. La poesia infatti non restava più chiusa in cenacoli autoreferenziali, usciva dai salotti e come un fiume in piena scendeva nelle piazze, per diffondersi in una miriade di pubbliche letture, determinando un nuovo livello di partecipazione individuale e collettiva. Un fenomeno giunto in Italia, ma che nasceva dal movimento americano della "beat generation" che già molti anni prima si era posto in modo alternativo ai luoghi tradizionali della cultura (...)

(...) la nuova dimensione nel pubblico, la proliferazione di happening e di spazi creativi e associativi, sollecitarono la riflessione dei poeti sulla loro poesia, in quanto il fatto di essere chiamati a pronunciare ad alta voce i propri versi, aveva suscitato molti interrogativi sul problema della sonorità, dell'ascolto, della flessibilità del testo (...) stavano cadendo determinate frontiere dell'operazione letteraria, stava mutando la mentalità verso il linguaggio poetico che si apriva al dialogo.

(...) In particolare intorno al foglio e alle riviste edite dal gruppo, si riunirono i poeti che maggiormente sentirono il bisogno di scrivere con una tensione etica e civile rivolta all'esterno. Scrivere per intervenire nella realtà politica e sociale, ricomponendo l'ambito poetico e quello dell'impegno. Il foglio "Dispacci", le riviste "Lo Spartivento", "Numerozero", nell'esplorazione di un mondo sotterraneo, furono strumenti di resistenza critica e agirono ai vari livelli della ricerca del gruppo."


Bruno Brunini, tra i fondatori della Cooperativa Culturale Dispacci


Nel 1982 Bruno Brunini è stato tra i fondatori della cooperativa culturaleDispacci diretta da Roberto Roversi. La cooperativa Dispacci nasce in seguito all'esperienza del "Foglio dei Quattro Giorni" curato da Bruno Brunini, Maurizio Maldini, Nicola Muschitiello, Mino Petazzini, Roberto Roversi e pubblicato durante il Convegno Internazionale dei giovani europei, convenuti a Bologna il 2 agosto 1981, per il primo anniversario della strage alla stazione.
Il "Foglio dei Quattro Giorni" raccoglieva, selezionava e pubblicava poesie, paragrafi in prosa, pensieri che i giovani portavano alla redazione del foglio, che aveva sede in una sala del Comune di Bologna in piazza Maggiore.

Riprendendo l'impostazione del "Foglio dei Quattro Giorni", la cooperativa Dispacci (1982-1987), ha promosso in modo innovativo la diffusione della poesia a Bologna, attraverso molteplici momenti pubblici, reading nelle piazze e nei diversi luoghi della città, festival, performance, letture radiofoniche.

Le attività più importanti della cooperativa sono state:
la stampa dei numeri del foglio Dispacci, sul quale gli autori riflettevano sugli eventi del mondo e commentavano i fatti politici o della cronaca cittadina in forma di poesia, la stampa delle riviste "Lo Spartivento", "Numero Zero", la realizzazione di un archivio nazionale della poesia giovane curato da Bruno Brunini, in collaborazione con il Comune di Bologna, la pubblicazione di una collana di testi poetici di singoli autori, l'organizzazione con le stesse modalità seguite per il foglio di poesia, di lunghi cicli di trasmissioni radiofoniche settimanali presso emittenti locali, l'organizzazione di cicli di letture pubbliche in vari luoghi della città, che hanno coinvolto numerosi autori, la promozione di seminari di poesia, nelle scuole pubbliche e presso il carcere minorile del Pratello a Bologna.